Una Casa Smart(working): le basi
Smart-working
Ottobre 2020. A che punto siamo?
Il dpcm proroga lo stato di emergenza, prolungando di fatto il regime semplificato per il lavoro (cosiddetto) agile. Il mondo del lavoro, ma non solo, sta cambiando. E’ ufficiale.
L’assenza delle solite code nel tragitto casa-lavoro mi hanno fatto riflettere molto sul tema. Tanta gente sta lavorando da casa, molti sono in azienda solo 2 o 3 giorni a settimana.
Un grande cambiamento, che sta modificando molte delle nostre abitudini. La rinuncia al caffè delle 10 in centro, addio al pranzo con i colleghi, ma anche il risparmio del carburante e più tempo a disposizione per fare altre cose.
Tralascio le ricadute economiche di questa fase.
Un minor consumo significa meno fatturato per una grande fetta di operatori (bar, ristoranti, benzinai, ecc) da una parte e una serie di ricadute positive dall’altra. Pensiamo all’inquinamento causato dagli spostamenti o alla perdita di tempo nel raggiungere l’ufficio e ancora di come finalmente possiamo “godere” della nostra casa durante il giorno, in settimana.
Detto questo, come in tutte le cose, ci si augura l’utilizzo di una buona dose di equilibrio e buon senso in generale.
Una casa a prova di smart working
Ed è proprio la nostra casa, che trasformata in fretta e furia in ufficio, merita un approfondimento.
La nostra casa, magari appena ristrutturata, con una cucina open-space, due camere e bagno. Ma senza uno spazio da adibire ad ufficio, come si fa? Bel dilemma!
In questi anni ho avuto l’opportunità di progettare molte case, alcuni uffici ed un paio uffici-casa. Questi ultimi progetti, nati dall’esigenza di coniugare il lavoro con altri impegni quotidiani, quali la gestione dei figli, la necessità di lavorare ad orari diversi (di notte, al mattino prestissimo, ecc) e il bisogno di sentirsi “accolti” e “a casa” durante le ore di lavoro.
Che poi se ci si pensa bene, una casa accogliente, può tranquillamente essere (o diventare) un luogo di lavoro accogliente.
Trova il tuo angolo Smart working 🙂
Basta organizzare bene lo spazio, per piccolo che sia, trovando una zona adatta allo scopo.
Escludiamo il bagno e lo sgabuzzino, la cantina ed il garage (anche se qualcuno, in un garage…ha fatto grandi cose!).
Rimangono a disposizione camera, cucina e soggiorno.
- La camera è “borderline” vero? Troppo facile il ritorno a letto, soprattutto al mattino.
- La cucina ha (probabilmente) un tavolo, che si presta a diventare scrivania, ma ad ogni pasto devi togliere tutto e non è molto comodo.
- Il soggiorno si può prestare all’inserimento di un angolo smart working.
E se il soggiorno non ce l’hai? Rilassati, nel prossimo articolo approfondiremo l’argomento!
Insomma, abbiamo capito che la casa smart(working) dovrà sicuramente avere uno spazio organizzato per lavorare, una buona connessione internet e la possibilità di gestire diverse attività durante la giornata, per esempio i figli, lo sport e le giuste e meritate pause.
Una casa smart deve, in ogni caso, essere dotata di una buona copertura di fibra ottica. Sfruttando al meglio le offerte sul mercato sarà possibile risparmiare molto e avere sempre un ottimo collegamento per lavorare da casa in sicurezza e tranquillità.
Compiti pratici per l’Architetto
Queste esigenze diventano input fondamentali per noi Architetti.
Qualche esempio?
- Realizzare progetti capaci di soddisfare queste nuove esigenze.
- Coniugare i bisogni primari come bere, mangiare e riposare, all’interno dello stesso spazio di lavoro.
- Cercare risposte funzionali e divertenti allo stesso tempo.
- Rendere accogliente la casa per gli ospiti del weekend e al contempo “professionale” per lo sfondo delle videoconferenze
- Insonorizzare la camera dei bambini (per ovvi motivi!).
- Fare circolare meglio l’aria per evitare di sentire l’odore del minestrone!
Le soluzioni esistono, basta applicarle, bene.
Per ora buon smart working e al prossimo approfondimento!
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